- Manuel Lombardi
- 20 ott
- Tempo di lettura: 4 min
Lunazione della Nebbia – Il tempo del ritiro e della visione interiore
Varcata la soglia dell’autunno, entriamo nella Lunazione della Nebbia, un tempo sospeso in cui la natura e l’anima iniziano a ritirarsi verso l’interno.
È il mese in cui la luce si fa più fragile e il respiro del mondo rallenta, mentre l’aria si riempie di vapore, di mistero e di presenze sottili.
Le antiche tradizioni riconoscevano in questo passaggio la porta degli antenati, un tempo sacro in cui i confini tra visibile e invisibile si assottigliano.
Le anime di chi ci ha preceduto diventano voci archetipiche che ci accompagnano nel viaggio interiore, ricordandoci che tutto ciò che muore è solo in attesa di rinascere.
Il richiamo della nebbia: rallentare per ascoltare
La nebbia, con il suo abbraccio lattiginoso, ci invita a rallentare.
Quando non vediamo chiaramente la strada davanti a noi, siamo costretti ad affinare altri sensi, ad affidarci all’intuizione.
È un insegnamento potente: non possiamo più orientarci solo con la mente o con la vista esteriore.
È il momento di vedere con il cuore.
Nel silenzio che la stagione impone, possiamo ascoltare ciò che ancora vive dentro di noi, discernere i semi autentici dai desideri passeggeri, fare spazio a ciò che vogliamo davvero far germogliare nel prossimo ciclo.
“Cosa rimane vivo dentro di me quando il mondo intorno rallenta?”
Il ritiro come gesto di lucidità
La Lunazione della Nebbia è un invito al raccoglimento e alla lucidità interiore.
Così come la linfa si ritira nelle radici e la terra custodisce i semi nel suo ventre oscuro, anche noi siamo chiamati a ritirarci simbolicamente nel nostro sottosuolo psichico: a custodire le nostre intuizioni, a proteggere il fuoco sottile che ci abita.
È un tempo di visione e discernimento, in cui imparare a sostare nel non sapere, ad accettare che non tutto debba essere chiaro per poter procedere.
Perché nella nebbia non si vede lontano, ma si sente meglio ciò che è vicino.
E ciò che è vicino, ora, siamo noi stessi.
Venere nella Nebbia: il viaggio del cuore in Bilancia
Questo è il tema di questo Novilunio in Bilancia, dove Venere, reggente della lunazione, si trova sì a casa sua, ma isolata, senza fare alcun aspetto.
È un’immagine archetipica perfetta di questo momento: una Venere annebbiata, confusa, che cerca di capire come relazionarsi entrando prima in contatto con se stessa.
Come lei, abbiamo il tempo di chiederci cosa stiamo portando realmente nel campo relazionale.
Questa Venere chiede verità e giustizia, ma prima deve confrontarsi con la propria ombra, purificando la sua verità da ciò che nel tempo l’ha intaccata.
L’attrito che possiamo percepire è proprio quello bilancino: il bisogno di equilibrio che nasce dal confronto con la parte non vista, con l’altro piatto della bilancia — l’ombra che genera movimento relazionale.
“Quale parte di me sto incontrando ogni volta che incontro l’altro?”
Ferite familiari e rinascita relazionale
La relazione autentica nasce solo quando impariamo a lavorare sulla nostra parte arietina: quella che esige di esistere, di affermarsi nel sano compromesso con l’altro, e nel risanamento delle ferite familiari.
Il Novilunio infatti si oppone a Chirone in Ariete e forma aspetti di tensione con Giove in Cancro e Plutone in Acquario, disegnando una quasi Grande Croce tra i segni cardinali e fissi.
È come se fossimo chiamati a confrontarci con le nostre paure più antiche: quella di non essere visti, o di dover scegliere tra appartenenza e libertà.
La croce si “interrompe” in Acquario, a ricordarci che le relazioni non servono solo a individuare noi stessi (come il Capricorno insegna), ma a costruire il tessuto sociale, le fondamenta di una comunità viva e consapevole.
Il potere rivelatore dello Scorpione
Chirone è in aspetto con la congiunzione di Lilith, Mercurio e Marte in Scorpione, che porta alla luce il tema dei segreti, delle frustrazioni e delle parole non dette.
Potremmo sentire il bisogno di parlare, ma dovremmo vigilare sul come, perché questo Mercurio, investigativo e tagliente, rischia di trasformare la comunicazione in una richiesta di risarcimento del dolore.
Eppure, lo stesso trio scorpionico forma un grande trigono d’acqua con Giove in Cancro e Nettuno e Saturno in Pesci, invitandoci a guarire attraverso il sentire, riconoscendo che le nostre ferite sono anche ferite generazionali e collettive.
Siamo i guaritori delle generazioni precedenti, coloro che possono finalmente creare relazioni basate su una nuova consapevolezza del legame.
Guarire l’albero, tessere la comunità
Il trio in Scorpione dialoga anche con i nodi lunari, sostenendo il processo di rivelazione e di rilascio karmico.
È un periodo ideale per chi desidera lavorare sulla propria genealogia e sanare le ferite dell’albero familiare, liberando spazio per un nuovo modo di amare e di appartenere.
Il grado sabiano di questa Luna recita:
“Il grande e costante sforzo dell’umanità per raggiungere la conoscenza trasferibile da generazione in generazione.”
Uno degli aspetti più distintivi dell’essere umano, come sottolineava Korzybsky, è la capacità di “legare il tempo”: ovvero di trasmettere alle generazioni future il frutto delle proprie esperienze consapevoli e delle proprie azioni intenzionali.
Questa facoltà supera di gran lunga gli istinti e le forme di reciprocità biologica, poiché nasce dalla coscienza, dalla possibilità di scegliere, dalla volontà e dal sacrificio di sé in favore di chi verrà dopo.
Essa si fonda su un profondo senso di appartenenza e di valore della comunità; il suo esercizio rafforza tale sentimento, fino a dissolvere le radici della solitudine.
La carta dei Tarocchi: il 7 di Spade
La carta associata a questa Luna è il Sette di Spade: un simbolo di introspezione e di chiarificazione mentale.
Qui si cerca di comprendere dove sono sorti i conflitti, ma anche di lasciare che le emozioni represse trovino finalmente voce.
È il momento di risolvere le ferite antiche e riconciliarci con la nostra verità più profonda.
Conclusione – Il tempo del confronto e della rinascita
È arrivato il tempo del confronto: prima con noi stessi, poi con l’altro.
Abbiamo bisogno di rallentare, di sentire da dove nascono le nostre ferite relazionali, e di lavorare sulle memorie genealogiche che ci abitano.
Solo così possiamo purificare il campo, liberarci da segreti, frustrazioni e antiche lealtà, per tessere insieme una nuova forma di comunità — più autentica, più consapevole, più umana.
Buona Luna Nuova.



